Storia
Sempronia era il nome di una gens dell'antica Roma con un ramo patrizio e uno plebeo, sebbene la più famosa gens Sempronia plebea non fosse imparentata con quella patrizia, questa era considerata una delle più importanti famiglie durante il periodo della repubblica raggiungendo l'apice del potere tra il 304 a.C. e il 121 a.C., dando i natali a parecchi consoli, censori, pretori e tribuni della plebe.
Successivamente dall'anno 849 furono gli Aldobrandeschi, nobile famiglia di origine longobarda, a guidare le sorti di Semproniano, conferendogli in parte la genesi architettonica ancora oggi visibile in alcuni importanti monumenti: parti delle mura di cinta con la sovrastante Rocca sulla parte sommitale del poggio, La chiesa di Santa Croce, la Pieve di San Vincenzo e Anastasio, il palazzo Civico.
Nel corso dei secoli il paese visse alterne vicende che lo videro coinvolto negli scontri fra i reggenti Aldobrandeschi e gli Orsini, rivali signori della vicina contea di Sovana. Nel 1410 il paese si sottomise a Siena, rimanendo così nel territorio della Repubblica fino al Cinquecento, epoca in cui venne conquistato temporaneamente dagli Spagnoli (1.536) prima di entrare definitivamente nel Granducato di Toscana. Seguì un lungo periodo di abbandono e decadenza, tanto che il centro venne successivamente inglobato per molto tempo nel vicino Comune di Roccalbegna, fino a divenire autonomo il 29 gennaio del 1.963.
Semproniano vanta, se pur in fasi alterne, un passato nobile reso famoso da personaggi illustri come il suo fondatore, Tiberio Sempronio Gracco, la cui figura è legata all'importante legge agraria, quale prima grande riforma a difesa della plebe, e dai cavalieri dell’Ordine dei Templari che in queste terre si narra dimorarono a Rocchette di Fazio lasciando controverse testimonianze fatte di gesta ed imprese coperte da un aurea di leggenda e mistero, tuttora dibattute tra gli storici.
In tempi recenti, il nome di Semproniano è legato a due importanti personaggi, entrambi di qui originari, che con il loro operato hanno contribuito a diffondere l’immagine dell’Italia nel Mondo: Vico Consorti, poliedrico e geniale scultore, autore della “Porta Santa” nella basilica di San Pietro a Roma e Mario Luzi, poeta e scrittore, la cui memoria è ricordata nella basilica di Santa Croce a Firenze insieme alle spoglie dei grandi della storia del nostro Paese.